Le bonifiche di Taranto non si toccano

Le risorse per le bonifiche di Taranto non si toccano. Chi in questi giorni continua a parlare di decarbonizzazione per giustificare, più o meno velatamente, la necessità di usare i fondi destinati alle bonifiche per fini produttivi dell’acciaio non ha a cuore i cittadini tarantini e il futuro della città. La narrazione che ci siano ritardi per le bonifiche o che ci siano fondi inutilizzati è una mistificazione strumentale ed è evidente che chi la alimenta non conosce la realtà dei fatti e non è informato su lavoro che stanno portando avanti i commissari, nonostante questi abbiano continuato a trasmettere periodicamente lo stato degli interventi finanziati con il ‘Patrimonio Destinato’ ai ministeri della Transizione ecologica e dello Sviluppo economico, alle Autorità giudiziarie di Taranto e di Milano nonché al Parlamento.

Nell’ultima audizione dello scorso 17 gennaio alla Camera dalla puntuale relazione illustrataci, risultano programmati interventi su 17 aree, tra cui 15 in corso, compresi quelli sui siti sottoposti a sequestro con tutte le complicanze conseguenti. Su due aree in manutenzione, i procedimenti sono ancora da definire. Abbiamo preso visione dello stato dei lavori per ciascun sito interessato, con il chiarimento sui rispettivi fondi allocati, impegnati e già utilizzati. Un lavoro enorme che bisogna prendersi la briga di leggere, prima di sentenziare a vanvera.

Chi ama Taranto e la rappresenta negli Enti e nelle Istituzioni dovrebbe battersi per accelerare il rilascio delle autorizzazioni dei complessi iter che spesso rallentano il lavoro dei Commissari che, nonostante tutto, stanno proseguendo celermente nelle opere, completando anche alcuni interventi come quelli sulla discarica Due Mari, i cui lavori sono stati conclusi prima dei tempi stabiliti. Fortunatamente la totale decarbonizzazione nei prossimi anni riguarderà ogni processo produttivo, ma nella siderurgia impiegherà decenni prima di concretizzarsi. Pertanto, è giunto il momento di smetterla, una volta per tutte, di utilizzare questo tema per giustificare il finanziamento di incerti piani industriali attraverso l’utilizzo di risorse che dovrebbero essere piuttosto destinate al risarcimento dei cittadini tarantini attraverso le necessarie bonifiche di aree che, come nel caso della gravina Leucaspide, sono tra i più grandi scempi ambientali del nostro Paese. Alla Camera inizia ora il lavoro di conversione del Dl Milleproroghe nelle commissioni e chi non sosterrà questa battaglia, favorendo lo scippo delle risorse, è per me un nemico di Taranto e dei suoi cittadini.

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